"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

*************************
Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

domenica 8 agosto 2010

COSE DI SPAGNA E D'ITALIA – Hanno iniziato la loro campagna elettorale

Strade deserte o percorse da passanti che paiono in fuga da qualcosa, bar, probabilmente in gran parte evasori fiscali, che non fanno il loro mestiere di offrire possibilità di incontro e ristoro nelle serate cittadine estive, persone barricate in casa contro o in attesa di chissà quale nemico, quartieri cimiteriali. Molti luoghi del mio paese sono così ridotti. Nel deserto si avventurano solo i predoni. Certo, quelli con coscienza democratica e amici non rozzi, che amano la conversazione, la solidarietà, l'impegno, possono difendersi dalla desolazione con cene private, andando insieme a cinema, a qualche spettacolo teatrale, a qualche concerto. Gli altri blindati in casa. Qualche nonno e genitore con la villa tengono cani feroci che, dicono, sono così buoni, vogliono bene ai loro bambini. E invece ogni tanto questi cani azzannano qualche figlio o nipotino.
Ieri sera parlavo per telefono con un'amica della provincia di Bergamo. Mi diceva: - Tutt'intorno alla mia casa è deserto. Se mi affaccio alla finestra non vedo un'anima viva. Se passa qualcuno, quasi corre. Eppure qui non ci sono pericoli, ci sono aiuole, alberi, case, spazi.

La destra fascista proprio su questo ha iniziato la propria campagna elettorale. Vedi la tremenda intervista a un loro esponente di spicco.
Vogliono gettare in mare, condannare a morte uomini, donne, bambini, senza alcuna pietà, commettere crimini più atroci di quelli già consumati. Si propone al popolo un crescendo di crudeltà, si cerca di convogliare contro i poveri e i deboli del pianeta la rabbia collettiva. Abbiamo visto già queste cose: o meglio, le hanno viste e anche fatte i nostri padri, i padri delle persone della mia generazione. E i regimi hanno vinto proprio in questo modo e poi hanno portato tutti alla carneficina.

E l'opposizione che fa? Certo, non sono queste le idee dell'opposizione democratica. Ma perché Bersani e gli altri non gridano ai quattro venti, come punto prioritario del loro programma, la loro morale sugli immigrati, sull'accoglienza, su di noi stessi? Dicono, almeno nelle dichiarazioni, di volersi occupare di ciò che riempie la pancia e non tengono conto del fatto che ciò che riempie il cervello non è meno importante: pancia, cervello, mani, piedi, tutto fa l'essere umano, che è unitario, nel bene e nel male.

Perché non smettono di piangere per le televisioni occupate violentemente e volgarmente dal tizio e dai suoi compari, e, pur continuando a lottare su questo terreno, non riempiono le città di manifesti, giornalini, fogli, punti di ristoro? Ci sarebbe un esercito di giovani, con e senza lavoro, e anche di meno giovani, che lavorerebbero con entusiasmo per riconvertire le nostre città in qualcosa di bello, di buono. Aprano una grande sottoscrizione con un progetto grandioso di questo tipo, affidato alle mille e mille persone che rischiano di essere cacciate nell'astensione alle prossime elezioni. Io mi indebiterei per dare un bel contributo e credo che molti altri farebbero la stessa cosa.

Un articolo al solito analitico e interessante di Scalfari, uscito oggi su La Repubblica , parla di scenari possibili, tutti pericolosi per la democrazia. Però non sfiora il tema razzismo, neppure per allusioni. Perché, mi chiedo?

È puerile pensare che la politica in senso alto debba riprendere un ruolo pedagogico, recuperare un compito di orientamento anche morale? Certo, non deve imporre la morale, ma ha il dovere di aprire discorsi e confronti anche sulle relazioni con i nostri simili, sulla morale: e non solo in relazione ai ladri pubblici.
E la televisione non è dio onnipotente. E la rete non raggiunge l'operaio pensionato che si è comprato con lacrime e sangue la casa nella periferia lombarda o veneta o di qualche altra regione e che la difende come fosse un fortino e si droga di televisione perché non ha o non vede alternativa. Anche perché i figli sono disoccupati o precari o sballati come tanti figli di tutte le classi sociali (ammesso che si possa parlare ancora di classi) e il mattone è sempre una sicurezza, si sa.

E se qualcuno ha paura di parlare della schifezza che è il razzismo, del pericolo che rappresenta per tutti, se magari fa qualche battaglia parlamentare, ma tace con il popolo perché ha paura di non essere capito... beh, fa proprio male i suoi calcoli. Se il popolo deve scegliere fra due diffidenze verso gli immigrati, i rom, gli zingari, se ha solo questa scelta davanti a sé, perché dovrebbe scegliere la diffidenza reticente, debole, ambigua? Sceglie la diffidenza esplicita, anzi quella più feroce, che urla di più, persino più pittoresca: il razzismo estremo. L'abbiamo già visto, no?

In un successivo post riporto un racconto di Buzzati che ci parla di oggi, del nostro oggi: leggetelo!

Nessun commento:

Posta un commento