Due controriforme uguali e diverse
C’è una comune ispirazione nella destra italiana e in
quella spagnola in materia di scuola e formazione.
Il Partido Popular spagnolo è però più drammaticamente serio della destra italiana e perciò la sua riforma della scuola, la LOMCE (Ley Orgánica para la Mejora de la Calidad Educativa), che è passata nel Congresso in questi giorni, con i voti del solo PP, è organicamente dura, conservatrice, scritta sicuramente in un buon castigliano, a differenza della serie di colpi inferti al sistema scolastico italiano dalle due ministre donne dell’indegna, buffonesca e caotica destra italiana, Letizia Moratti e Maristella Gelmini, che hanno il merito di dimostrare la falsità dell’idea che le donne sono più buone e miti e intelligenti dei maschi: l’ineffabile Maristella osa ancora fare dichiarazioni pubbliche dopo tutti gli spropositi che ha infilato in una lunghissima grottesca collana negli anni in cui ha ricoperto immeritatissimamente l’incarico a ministra dell’istruzione.
Pare che la successione logica delle cose si sia invertita: prima sono nate le caricature (provvedimenti reazionari e a pezzi di Letizia e della Maristella ignorantissima) e, dopo qualche anno, la LOMCE spagnola, a opera del serioso ministro José Ignacio Wert.
Il Partido Popular spagnolo è però più drammaticamente serio della destra italiana e perciò la sua riforma della scuola, la LOMCE (Ley Orgánica para la Mejora de la Calidad Educativa), che è passata nel Congresso in questi giorni, con i voti del solo PP, è organicamente dura, conservatrice, scritta sicuramente in un buon castigliano, a differenza della serie di colpi inferti al sistema scolastico italiano dalle due ministre donne dell’indegna, buffonesca e caotica destra italiana, Letizia Moratti e Maristella Gelmini, che hanno il merito di dimostrare la falsità dell’idea che le donne sono più buone e miti e intelligenti dei maschi: l’ineffabile Maristella osa ancora fare dichiarazioni pubbliche dopo tutti gli spropositi che ha infilato in una lunghissima grottesca collana negli anni in cui ha ricoperto immeritatissimamente l’incarico a ministra dell’istruzione.
Pare che la successione logica delle cose si sia invertita: prima sono nate le caricature (provvedimenti reazionari e a pezzi di Letizia e della Maristella ignorantissima) e, dopo qualche anno, la LOMCE spagnola, a opera del serioso ministro José Ignacio Wert.