"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

*************************
Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

lunedì 13 settembre 2010

COSE DI SPAGNA E D'ITALIA - L'Inizio dell'anno scolastico in un paese normale, la Spagna.



Leggendo le cronache italiane di questi giorni – fra tappetini con simboli celtici, persone disperate costrette a occupare gli spazi più strani, un deputato che chiama la comunità nazionale a discutere sulla liceità della prostituzione ai fini della carriera... viene una grande tristezza e anche la voglia di ricordare che anche nel nostro paese, in tempi non troppo lontani, si discuteva di scuola, di formazione, di quello che si doveva o non si doveva fare per le nuove generazioni. Allora non si era contaminati da pruriti di vecchiaie oscene, che nulla hanno a che fare con una giusta ricerca di piacere e di contentezza.
Leggendo sul sito del Ministerio de Educación Español (denominazione che ovviamente corrisponde a quella del Ministero dell'Istruzione del nostro paese) mi assale una nostalgia di tempi per noi quasi felici: in cui io aspettavo l'autunno e l'inizio di un nuovo anno scolastico come si attende una scoperta. Davvero fortunata, la mia generazione!
Propongo di seguito, in traduzione fedele (riproduco anche la paragrafazione del testo originale), il resoconto dell'intervento del Ministro dell' Educazione spagnolo nel Consiglio dei Ministri: risale al 3 settembre ed è riportato nel sito del Ministero.
Di tanto in tanto inserisco qualche mia spiegazione o commento: sono segnalati con sottolineatura.
Se ne avrò la forza, cercherò di approfondire nel tempo il discorso sulla scuola in Spagna. Spero, ma non prometto, che questo sia il primo articolo sull'argomento,

Ricordo, perché sia più facile contestualizzare il discorso, due dati che si possono recuperare anche da miei post precedenti: la popolazione spagnola è di circa 47 milioni di persone, e al suo interno gli immigrati sono circa il 12%. Inoltre sono stati integrati finora – e il processo continua sia pure fra contraddizioni – circa un milione di gitani, con scolarizzazione generalizzata dei bambini.
Nel documento che propongo in traduzione in questo post si parla solo di scuola, non di università. Inoltre in Spagna tutti gli insegnanti, a partire dalla primaria, vengono chiamati “professori”.

IL SISTEMA EDUCATIVO SPAGNOLO TOCCA IL MAGGIOR TASSO DI SCOLARIZZAZIONE DELLA SUA STORIA

3 settembre 2010
Ángel Gabilondo presenta al Consiglio dei Ministri le novità per l'anno scolastico 2010-2011.

Il ministro dell'Istruzione, Ángel Gabilondo, ha presentato al Consiglio dei Ministri il documento informativo dell'inizio dell'anno scolastico 2010-2011, che comincerà la prossima settimana e che coinvolgerà 7.747.253 studenti di scuole non universitarie, 140.736 alunni in più dell'anno passato, il maggior tasso di scolarizzazione nella storia [della Spagna, ovviamente].
Il sistema dell'Istruzione spagnolo non universitario conterà su un totale de 26.472 centri e di 680.381 professori.
Tra i livelli educativi che che hanno registrato un incremento maggiore di alunni, si distingue quello della Scuola per l'Infanzia, con un 51.011 alunni in più (+2,8%) [la Scuola per l'Infanzia, da 3 a 6 anni, è garantita a tutti i bambini che vivono nel paese, e tutti, che io sappia, la frequentano; degli asili nido si parlerà più avanti], la Scuola Primaria [dura sei anni a cui seguono quattro anni di Eso - scuola secondaria -, per un totale di 10 anni di scuola obbligatoria] con 47.081 alunni in più (+1,7%), e gli studi post-obbligatori, come il Bachillerato [sono corsi biennali specifici di preparazione all'Università, corrispondono temporalmente a una parte dei nostri trienni], che accoglie 9.244 alunni in più (+1,4%) e la Formazione Professionale, con 34.452 alunni in più (+6,4%).
Il sistema d'istruzione spagnolo conta con un finanziamento pubblico complessivo di 53.947 milioni di euro, il 5,11% del PIB. Dal 2004 questo finanziamento è cresciuto di 16.986 milioni di euro, un 46%, e ciò dimostra l'impegno di tutte le amministrazioni nel conseguimento dell'obiettivo di ampliare e migliorare l'offerta formativa per gli studenti spagnoli.
Questo sforzo ha fatto sì che attualmente l'investimento pubblico in formazione sia di più di 6.000 euro per alunno, e oscilli fra i 4.600 nell'Educazione Infantile fino a 9.400 euro negli studi superiori.
Le borse di studio e gli aiuti contano per quest'anno scolastico su un finanziamento da parte del Ministero dell'Educazione di 1.529.720 euro, e ciò indica che dal 2004 il Governo ha incrementato i fondi per le borse di studio e per gli aiuti dell'85,9%. Più di 1.686.000 alunni ne fruiranno quest'anno.
Tra gli incrementi della popolazione scolastica, come si è visto, hanno un particolare rilievo per l'anno scolastico 2010-2011 quelli relatici alla Scuola per l'Infanzia (0 a 6 años) e quelli relativi all'insegnamento post-obbligatorio (Bachillerato e Formazione Professionale). Ciò dimostra l'importanza della formazione per i giovani spagnoli. Le famiglie sono coscienti dell'importanza che ha per i loro figli l'inserimento in un contesto educativo in età quanto più possibile precoce, e anche del fatto che quanta più formazione post-obbligatoria riceveranno, tanto migliori saranno le possibilità di uno sviluppo personale e del conseguimento di opportunità di lavoro qualificato
Le comunità autonome [corrispondono press'a poco alle nostre regioni e godono di un regime di accentuata autonomia in vari ambiti] in cui è cresciuto maggiormente il numero degli studenti negli ultimi dieci anni sono state Navarra (24,9%), Catalogna (22,6%), Comunità di Madrid (18,6%) e Isole Baleari (18,1%). Al contrario, quelle in cui è diminuita la popolazione scolastica negli stessi anni sono state Asturie (-16.2%), Galizia (-13,2%), Estremadura (-12%) e Castiglia e León (-9,5%).
Il numero di minori scolarizzati in ciascuno dei cicli della Scuola per l'Infanzia si è incrementato, come si è già detto, di 51.000 bambini, un 2,8% più che nell'anno passato ed è complessivamente di 1.873.000, 432.000 di loro nel Primo Ciclo (Educa3) [si tratta di un Programma per l'ampliamento dell'offerta di posti in asili nido: fino a poco tempo fa, l'offerta pubblica copriva il 20%; si tende ora a offrire posti pubblici almeno al 30% dei bambini, percentuale stabilita come livello minimo dall'Unione Europea]. A questo proposito, gli alunni del Primo Ciclo della Scuola per l'Infanzia (Educa3) sono raddoppiati dal 2004, passando da 199.000 a 432.000. Questo dato corrisponde allo sforzo del Governo teso a promuovere il Programa Educa3 .
È pure significativo che i giovani spagnoli continuino gli studi dopo aver terminato la scuola dell'obbligo, e che considerino questa formazione fondamentale al fine di poter ottenere lavori qualificati nel futuro. Perciò, in quest'anno scolastico aumentano dell'1,4% gli iscritti al Bachillerato e del 6% quelli che iniziano scuole di Formazione Professionale.
È significativo l'incremento degli studenti che seguiranno una scuola di Formazione Professionale a distanza, che saranno il 72%. Bisogna ricordare che il Ministero dell'Educazione lanciò nella primavera del 2010 una piattaforma online in collaborazione con tutte le Comunità Autonome per realizzare quest'offerta formativa.
La Formazione Professionale ha visto crescere il numero di studenti che scelgono questi studi di 106.000 unità dal 2004, il che equivale a più un 23%. Questo dato conferma l'impegno del Governo nello sviluppo di alcuni settori di istruzione fondamentali perché sia promosso un modello produttivo più efficiente e sostenibile.


Sfide per il futuro


Che i giovani spagnoli continuino gli studi! Evitare l'abbandono della scuola è il principale impegno del sistema formativo in Spagna. Secondo gli ultimi dati, il 31,2% dei giovani fra 18 e 24 anni non ha completato il livello di Scuola Secondaria Post-Obbligatoria e non continua a studiare.

Tra le Comunità autonome, Isole Baleari (40,8%), Andalusia (37,5%), Mursia (37,3%), Ceuta e Melilla (36%) sono quelle che hanno più alti tassi di abbandono, mentre Paesi Baschi (16%), Navarra (19,8%), Asturias (21,1%) e Cantabria (23,9%) sono quelli che hanno i dati migliori.
Il Plan de Acción 2010-2011 in materia educativa presentato dal ministro Gabilondo nel mese di giugno affronta questa situazione attraverso specifici programmi, tra i quali si distinguono la promozione dei Planes PROA, di cui attualmente fruiscono 3.594 centri [si tratta di piani di cooperazione fra Ministero e Comunità autonoma per il rinforzo, l'appoggio, l'orientamento, da attuarsi già negli anni della scuola primaria, finalizzato a prevenire l'insuccesso scolastico] e l'impegno a concordare aiuti con quei centri che sviluppino iniziative per combattere l'abbandono scolastico.
Tra le sfide principali per il nostro sistema educativo, c'è l'insegnamento delle lingue e in questa direzione lavora il Ministero dell'Educazione: per cercare soluzioni anche attraverso il Plan de Acción 2010-2011 [si tratta di un Piano formulato dal Ministero che pone 12 obiettivi per il decennio che si apre, per cui si deve cominciare a lavorare da quest'anno scolastico. Puoi scaricare il testo, in formato Pdf, da questo sito: è molto interessante!]. Como dato positivo risalta l'aumento del 38% nel numero di “ausiliari di conversazione” stranieri, che interverranno nelle scuole in quest'anno scolastico. C'è inoltre da ricordare che nell'anno scolastico 2009-2010 più di 47.000 persone fruirono di vari aiuti del Ministero al fine di migliorare la loro conoscenza di lingue straniere.


Altri dati


Il documento informativo di inizio anno scolastico afferma che la promozione del Programa Escuela 2.0 [si tratta di un Programma varato nel gennaio 2010, per la trasformazione delle “aule tradizionali” in “aule digitali”: quindi per lo sviluppo dell'alfabetizzazione informatica e per aiutare le scuole e i ragazzi a disporre di computer] ha avuto successo e attualmente ci sono 324.366 alunni con computer portatile, 15.009 aule “digitalizzate” e 73.201 professori aggiornati su questo.
Per tutte queste ragioni, il numero dei professori che insegnano nelle scuole dei diversi gradi aumenta per l'anno scolastico che sta per cominciare dell'1,1% rispetto all'anno passato, e del 14,5% rispetto al 2005, e giunge a 680.381. Ciò significa che nel nostro paese ci sono 11,3 alunni per professore.
Il 69% dei professori sono donne e il 59% hanno un'età compresa fra 30 e 49 anni.


Altri dati interessanti

  • Il 39,4% della popolazione fra 30 e 34 anni ha completato una formazione superiore in Spagna, mentre la media della UE è del 39,2% (45,9% in Finlandia, 43,9% en Svezia, 41,5% nel Regno Unito e 29,4% in Germania).

  • Il 10,4% della popolazione spagnola tra 25 e 64 anni continua a studiare [è diffusa in Spagna l'università a distanza: chi abbia compiuto 25 anni e non abbia il titolo, può fare comunque esami di accesso all'Università su programmi specifici; l'università a distanza fruisce di internet, però prevede, articolati sul territorio, anche lezioni e incontri dal vivo, e si conclude con la laurea], cifra che ci pone al di sopra della media europea, che è del 9,3%.

  • Nell'anno scolastico 2009-2010, 93.322 alunni hanno partecipato a programmi di formazione all'estero promossi dal Ministero dell'Educazione.

  • Gli alunni stranieri si distribuiscono così, in rapporto al tipo di centri scolastici:

    • Scuola Pubblica: 82%

    • Scuola Concertata: 14,1%

    • Scuola Privata: 3,8%
[in Spagna le scuole sono appunto di tre tipi: la escuela concertada fruisce di aiuti statali, funziona in questo come fosse scuola pubblica, però deve accettare regole e programmi basilari stabiliti dallo stato – tra questi, la non discriminazione di alunni stranieri, l'accoglimento di alunni con handicap, la formazione di classi tutte miste, ecc. - pena la perdita della concertación. Queste scuole, da quel che ho sentito, ricevono ispezioni di verifica del loro operato. Bisogna tener conto del fatto che in Spagna la scuola di massa si sviluppò negli anni del franchismo e buona parte delle scuole erano in mano al clero. Oggi ci sono in Spagna quelli – in genere a sinistra del Psoe – che vorrebbero togliere i finanziamenti alle escuelas concertadas, e quelli, naturalmente il Partido Popular, che vorrebbe dare molti più privilegi agli istituti cattolici. Una riforma che spaccasse il fronte delle scuole private italiane, in cui c'erano e ci sono numerosi diplomifici, dando un riconoscimento di scuole quasi pubbliche a quelle che accettassero regole decise dallo stato laico, la tentò Luigi Berlinguer, ma trovò l'opposizione di insegnanti e studenti e non passò.]
  • Gli studenti che seguono Enseñanzas de Régimen Especial (studi artistici, scuole di lingue, formazione sportiva), furono nell'anno scolastico 2009-2010 790.073. Il 92% di loro seguì tali studi in centri pubblici e gli insegnamenti più richiesti furono quelli musicali e di lingue straniere. A tal proposito, è opportuno ricordare che il Governo ha concluso quest'estate il processo di ristrutturazione di questi insegnamenti, il loro riconoscimento come studi superiori e il loro adeguamento a questa nuova “cornice”.
    [sugli studi musicali, conservatori ecc., non so niente. Las escuelas oficiales de idiomas invece, a quando ne so, funzionano bene e sono presenti con una ricca offerta, di corsi di più anni e anche di corsi estivi intensivi, in molte città. Sono scuole di lingue finanziate dallo stato (costa anche l'iscrizione, ma sempre in misura contenuta), aperte a tutti: mi pare che non occorrano titoli di scuola superiore, per accedervi].

Nessun commento:

Posta un commento