"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

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Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

giovedì 22 aprile 2010

COSE DI SPAGNA E D'ITALIA – ANCORA SULL'INTERVENTO DI MIRIAM E POI SU ALTRE VICENDE ITALIANE 3

So che i discorsi che ho ascoltato a Cadice non sono facili da attuare, neppure in Spagna, richiedono un impegno di indagine e di proposte che non è affatto cosa da poco.

Torno al mio paese e al video di Miriam Mafai. Non mi piace neppure che la grande Miriam abbia detto, così, genericamente, che vanno rispettate Patrizia D'Addario o la nota Veronica. Penso che per rispettarle davvero, qualcuno avrebbe dovuto dir loro: “Si rende conto, signora D'Addario, che non è lecito chiedere, attraverso prestazioni sessuali, variazioni a un piano regolatore per interessi personali? Lei poteva farsi pagare quanto voleva, dal tizio, e pure senza pagare le tasse, visto che il suo lavoro non è ancora riconosciuto come tale dallo Stato italiano, ma non aveva il diritto di chiedere una contropartita che avrebbe portato danno alla collettività. Si rende conto inoltre di aver dimostrato disponibilità di accettare una candidatura a elezioni pubbliche attraverso prestazioni sessuali che non sono certo, di per sé, garanzia di capacità politiche e amministrative? Pensava di averle, queste capacità?”. E all'altra: “Che pensa, signora Lario, del fatto che il patrimonio per cui lei ora combatte è frutto di affari loschi del ex-suo marito? E che pensa di ciò che lui ha fatto, non solo con ragazzine, ma anche in rapporto alla società italiana, alle persone disperate, ai giovani senza lavoro, agli stranieri, ai sinti e rom italiani? Che pensa di tutto ciò che quel signore ha combinato a danno del suo paese?” Né l'una né l'altra sono bambine di due anni. E neppure ragazze povere e disperate e ricattate, costrette da qualcuno o dalla fame a battere il marciapiede.

È tragico per il nostro paese che la popolarità del tizio abbia cominciato a discendere quando si è saputo dei suoi lugubri festini, e non perché per anni ha distrutto vite, sforzi e speranze di tanti. Se dovesse cadere totalmente la sua irresponsabile, folle e non allegra fascinazione sugli italiani, speriamo di non dover pagare in modi oggi inimmaginabili il “peccato” (per una volta mi avvalgo di un termine della religione cattolica) che abbiamo compiuto o siamo stati costretti a compiere dalla barbarie che ci circonda e dalla concatenazione maligna degli eventi: quello di dover usare come grimaldello le squallide nottate di un vecchio che se ne infischia delle sue responsabilità istituzionali e dei destini degli altri esseri umani.

Una riflessione, anzi una certezza: l'uso della metafora sessuale, e soprattutto del verbo “inculare”, usato in forma attiva e passiva, nel senso di “fregare”, è per me reazionario, al di là delle intenzioni. L'abilissima performance di Luttazzi è purtroppo l'altra faccia delle tante volgarità violente che arrivano da questa destra. E l'altra faccia non è mai un'altra strada. Usare il discorso sul sesso come arma è un errore, che oltre tutto, nel caso specifico, mette in ombra la disperazione e il malessere di tanti, anche di quelli che votano quel signore. Se gli italiani provassero il piacere descritto nella performance di Luttazzi, perché si dovrebbe stigmatizzare colui che glielo procura, che li rende così felici? A me pare, quando vengo in Italia, di trovare un popolo arrabbiato, non un popolo che gode.
Trovandomi sospesa tra Italia e Spagna, spesso incerta sui miei giudizi (certe volte ho l'impressione di essere io stessa arrabbiata allo stesso modo di tanti miei connazionali, e quindi di non essere serena nelle mie valutazioni), l'altra sera ho pensato di porre il problema alla mia amica Antonia. Le ho descritto la performance di Luzzatti e le ho chiesto: “Che ne pensi?” E lei: “Si las personas son mayores y no ofenden a su pareja, yo pienso que no hay cosas malas en sus actividades sexuales. Pero considero degradante utilizar políticamente el discurso sobre el sexo." Sono d'accordo con lei, e non invoco certo una censura o a un'autocensura: sarebbe una cosa buona se su queste cose ci fosse qualche sguardo critico, da parte di chi vuole un'Italia diversa.

Ultima considerazione. Brenda, la trans che si accompagnava con Marrazzo, è stata uccisa, bruciata: qualche parola di pietà? Qualche domanda? Mi ha fatto pensare a Pasolini, sulla cui tremenda e ingiusta morte continuano in tanti a interrogarsi. La morte di Brenda (il Corriere della sera ha parlato di lei sempre al maschile: certo, difensori della moralità sessuale, contro tutti i pasticci e i travestimenti!) ha delle analogie – ancora analogie! difficile farne a meno - con quella di Pasolini, ma è stata cancellata in un attimo. Non riusciamo, amici e compagni, a proporre più, in questo momento confuso, diritti basilari uguali per tutti nella vita. Vogliamo almeno cercare di farlo per la morte? O essere scrittori, come lo è stato Pasolini, è proprio una cosa diversa, stratosfericamente lontana dall'esistenza degli altri?

(fine)


Il precedente articolo sul tema:




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