"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

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Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

venerdì 30 aprile 2010

COSE DI SPAGNA E D'ITALIA - TESTAMENTO BIOLOGICO, DECLARACIÓN DE VOLUNTAD VITAL ANTICIPADA

Ieri sono andata a Cadice a registrare la mia Declaración de voluntad anticipada e anche per questo ho deciso di scrivere un aggiornamento a un mio articolo di un anno fa sulla questione dei testamenti biologici in Spagna e in Italia.

Quest'anno, in marzo, nel Parlamento dell'Andalusia, è stata approvata con voto unanime, la "Ley de muerte digna" , che garantisce alle persone, anche a quelle che non hanno fatto il testamento biologico, di poter morire con dignità, senza dover subire per forza assurdi e crudeli accanimenti "terapeutici". La Chiesa cattolica, in Spagna, come ho già detto un anno fa, non fa particolare opposizione a questa legge, che con molta probabilità verrà estesa a tutto il paese. Ha altre cose a cui pensare: le nuove norme in materia d'aborto, la continua querelle sulla famiglia “normale”, contro i matrimoni fra persone dello stesso sesso ecc.. E anche su queste ultime questioni mantiene un atteggiamento molto più cauto di quello che si permette in Italia non solo relativamente a faccende di corpi e di sesso, che, com'è noto, sono le ossessioni ricorrenti delle gerarchie (non so quanto quest'accanimento vischioso, ancora impregnato di miasmi della parte peggiore della Controriforma, influisca a incoraggiare una doppiezza morale, una sorta di crudeltà non esente da lascivia, insita in tanta parte dell'istituzione).

I due atteggiamenti della Chiesa cattolica, in Italia e in Spagna, non devono stupire. Questa chiesa, come avviene a un organismo vivente capace di trasformarsi e di adattarsi ai cambi ambientali, ha saputo assumere nei secoli tante facce: ha saputo mostrare un volto tollerante e contemporaneamente, in altre situazioni, partire all'attacco con fanatismo; ha ereditato il difficile monoteismo di matrice ebraica e ha concesso una sorta di politeismo mascherato, adatto alle anime semplici (l'Olimpo dei santi, ad esempio, ma non solo); ha accettato, quando non incoraggiato, le superstizioni, anche quelle di massa, e ha espresso, al tempo stesso, posizioni dottrinarie alte e sofisticate, di élite; ha nel tempo declinato nuovi dogmi, aggiungendoli a quello trinitario sancito non certo da Gesù, ma dal lontano Concilio di Nicea del 325; ha all'occorrenza cancellato o relativizzato “verità” predicate per secoli (ora, ad esempio, pare che le anime dei bambini morti senza battesimo non debbano più, necessariamente, finire nel limbo, come era stato detto per secoli ai fedeli, per costringerli all'affiliazione precoce dei neonati al cattolicesimo, che evidentemente ora non funziona più come nel passato); ha dato incondizionato appoggio a ricchi, a potenti e a prepotenti, (si sono assunte questo compito soprattutto le gerarchie) e ha contemporaneamente offerto aiuto ai poveri della terra (se ne sono fatti carico soprattutto preti con sensibilità sociale, anche pagando con la vita, e molte organizzazioni cristiane di base). E si potrebbe continuare. Mi sembra illusorio pensare che questa Chiesa possa cambiare, rifondarsi su ideali di purezza: alla sua capacità metamorfica, alla sua abilità illimitata di essere una e multiforme, anche nell'ambito dottrinario e morale, sono legate la sua sopravvivenza e il suo immenso potere. Però ammetto che questa speranza riguarda soprattutto i fedeli, non persone come me.
Tuttavia, se la Chiesa parla di morale laica, è giusto che i laici e i non credenti (e non per dispetto o ritorsione) parlino della morale delle gerarchie cattoliche, che tanto peso hanno nella vita di tutti, soprattutto, ma non solo, in Italia.


Nei primi anni Novanta, in provincia di Bergamo, a un istituto religioso che accoglieva i non autosufficienti, anche quelli in condizioni estreme, curandoli in modo da farli "vivere" il più a lungo possibile in qualsiasi condizione, le famiglie, sacrificandosi, pagavano 2 milioni al mese. E ora quanto si paga? Perché chi può non fa un'inchiesta sui costi di queste istituzioni, spesso tenute da religiose, sfruttate anch'esse? Personalmente sono molto contraria a spiegare il mondo e i comportamenti umani solo o principalmente con l'avidità di denaro, mi pare troppo facile e un po' barbaro raccontare in questa chiave quanto avviene nel nostro paese e altrove. Però la difesa del guadagno può essere una delle componenti non trascurabili - non l'esclusiva e neppure la fondamentale, forse - che spingono le istituzioni, e nel caso specifico la Chiesa cattolica, a certe posizioni.

Ieri, come dicevo in apertura di questo post, sono andata a Cadice per registrare presso la Junta de Andalucía il mio testamento biologico, o Declaración de voluntad vital anticipada. Ho dovuto compilare un documento che può valere anche per chi chieda di essere tenuto in vita a tutti i costi. Penso sia utile farlo conoscere ai lettori di questo blog. Per individuarlo nel sito che segnalo clicca in "formularios", e si aprirà una pagina contenente le diverse parti del documento che il cittadino che voglia registrare il suo testamento biologico è invitato a compilare (è di facilissima lettura, lo capisce anche chi non conosce il castigliano). La dichiarazione è molto articolata, comprende principi generali su cui il cittadino è chiamato a esprimersi, elenca poi accanimenti “terapeutici” che uno può accettare, rifiutare, lasciare alla decisione del medico, volontà relative all'uso del proprio corpo post mortem  (la disponibilità alla la donazione degli organi sta crescendo rapidamente in Spagna, di pari passo con una visione laica della vita e della morte), ecc.. C'è da aggiungere che il testamento biologico non c'è solo in Andalusia, ma in tutte o quasi tutte le Comunidades (le regioni, che hanno marcata autonomia in molte materie): sia in quelle rette dal Partido Socialista, sia in quelle in cui governa il Partido Popular che rappresenta le diverse facce della destra spagnola. E sono assai simili a questo andaluso.

In Italia una simile dichiarazione parrebbe a molti moderati, anche laici e quasi di sinistra, una proposta estremista. Il modello di testamento vitale proposto da Ignazio Marino, che, com'è noto, è ben lungi dal passare, anzi ha suscitato reazioni violente e non prive di volgarità, si può trovare in questo sito. Nello stesso sito, per chi se ne fosse dimenticato, sono sintetizzate le accuse mosse da uomini di potere e da gerarchie ecclesiastiche. In Spagna, invece, non a caso, nessuno, uomo di chiesa o politico, si azzarderebbe a volgere le accuse vili e violente che abbiamo sentito scatenarsi in Italia - e non una sola volta - contro parenti di persone dolorosamente attaccate a macchine che le costringevano a condurre una non-vita atroce, oppure una vita falsa, del tutto artificiale e priva di dignità. Nessuno si azzarderebbe, perché qui avrebbe la risposta che si merita, pacifica, ma chiara e diretta, da parte delle istituzioni democratiche e anche di tanti cittadini.

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