"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

*************************
Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

domenica 5 dicembre 2010

COSE D'ITALIA E DI SPAGNA - Puritanesimo e..., purtroppo, Vittorio Zucconi

Mi pare davvero deludente che Vittorio Zucconi – il grande giornalista che conosciamo – abbia scritto l'articolo L'ultima partita di Hillary costretta a scusarsi con il mondo: legando in una maniera assai discutibile i tentativi di Hillary Clinton di ricucire rapporti diplomatici messi in questione dalle rivelazioni di WikiLeaks all'ormai preistorica “scappatella” (dovrò usare molte virgolette in questo post!) del marito presidente.

La mia non è una delusione di donna e di femminista, ma di persona che difende i diritti umani: anche perché mi imbarazza, e non da ora, definirmi “femminista” di fronte a un'ondata di puritanesimo e di ipocrisia che invade i mass-media nostrani, facendo spesso appello alle ragioni di un movimento di donne che ora mi pare non esista più (e non so se avrebbe senso da noi oggi, nei termini in cui si propose all'inizio degli anni '70: è un problema che in questo post non intendo affrontare).

Ieri, nell'ambito delle Jornadas Internacionales indette dall'associazione Derechos Humanos de Andalucía e tenutesi nell'Università di Cádiz, Paloma Uría, una ricercatrice dell'Università di Oviedo, ha ricostruito la storia del femminismo degli ultimi decenni in Spagna: un movimento che negli Usa e nei paesi dell'Europa occidentale sorse tra gli anni '60 e gli anni '70, in Spagna negli anni '80 (se vuoi leggere un'intervista di questa studiosa clicca qui). Mi è parsa una ricostruzione affascinante, pur se mantengo qualche riserva a proposito del giudizio che Paloma Uría ha espresso sulle ricadute legislative delle rivendicazioni del movimento.
Ma su un aspetto mi sono trovata particolarmente d'accordo con lei: sul fatto che gran parte del movimento, in Spagna come in Italia, sia approdato a una sorta di puritanesimo di matrice anglosassone – forse, aggiungo io, rafforzato da noi dalla presenza pervasiva del Vaticano (mi riferisco naturalmente alla morale sessuale predicata – e non praticata - dalle gerarchie).

Penso che tra i diritti umani che andrebbero declinati e affermati con determinazione e nettezza c'è quello alla libertà sessuale, che, come tutte le libertà, ha un limite nel diritto del prossimo a non essere danneggiato. Si parla in Italia di diritto a una morte degna, persino, in qualche caso, di diritto all'eutanasia (che è altra cosa dal precedente). Ma non si parla più o non si è mai veramente parlato di un altro diritto fondamentale: appunto, di quello alla libertà sessuale.
Le vittime dei propri comportamenti sessuali non conformi a una morale normativa, restrittiva e ipocrita, specie se sono persone che vivono ai margini della società “perbene”, come Brenda, la ragazza brasiliana che morì atrocemente, bruciata, dopo che venne alla luce il caso Marrazzo, non sono neppure ricordate con un atomo di umana pietà. Sono spazzatura.

L'altra faccia di questo puritanesimo-cattolicesimo pieno di ipocrisia è l'ammiccamento a una licenza sessuale che i potenti si prendono danneggiando con tracotanza gli interessi della collettività (ed è questo l'aspetto che dovrebbe interessare: il danno che portano ai cittadini, usando il pubblico come se fosse cosa loro). Tanto tempo è durato il consenso e la giustificazione (e speriamo che ci si trovi davvero al tramonto di quest'epoca barbara! Ho paura che si prolunghi in forme che non riusciamo a prevedere) degli affari privati-pubblici del premier e di suoi amici, strettamente mescolati in una poltiglia velenosa. Può, questa sopportazione da parte di tanta parte dell'opinione pubblica, essere letta pure come reazione, certo anch'essa molto sporca, a una morale ipocrita? Può esserci un'autoidentificazione fantastica, da parte di tanti, in prodezze sessuali di scadenti “superuomini” di memoria dannunziana? Può generare violenza questo puritanesimo ipocrita? Pongo queste domande che non sono retoriche: un invito a riflettere, a interrogarsi.

Personalmente, se venissi a sapere che i partner di miei figli/mie figlie hanno altri amori con persone maggiorenni e consenzienti, senza coartare, far violenza, approfittare di minorenni, ecc., pregherei il dio dei non credenti, che è dentro di me e si identifica con la ragione, di tenermi lontana dalla tentazione di entrare fra le lenzuola altrui. La sessualità, forse oggi molto più che cent'anni fa – non ci sono modelli a cui far riferimento, ciascuno si trova tante volte solo a scegliere – è una tela delicatissima, fatta da milioni di fili, che va rispettata. È facilissimo danneggiare, lacerare, offendere. Astenersi quanto più si può dal pretendere di normare gli altrui comportamenti è una scelta etica.

Tormando all'articolo di Zucconi. È giusto che, per parlare della faccenda di WikiLeaks, della “caccia” ad Assange, dei dissesti diplomatici che hanno portato le prime rivelazioni, dei tentativi del governo Usa e in specifico di Hillary Clinton di porre rimedio a tutto questo, si tirino fuori le storie sessuali di un presidente? Con il tono di “poverina, la moglie”... E si colleghino le ipotetiche umiliazioni nel privato con le altrettanto ipoteriche umiliazioni nel pubblico?

Ma davvero qualcuno può vantarsi di possedere e di usare per amministrare gloriosamente la propria vita un Talismano della Felicità, che non sia il libro di ricette culinarie che utilizzava mia madre? Ma davvero qualcuno può mettere in fila i propri successi pubblici e privati e farsene un vanto, di fronte alla supposta mediocrità e alle frustrazioni della vita altrui?

E chi può decidere che sia più “felice” una moglie con un marito “fedele” rispetto a una “che perdona” un “traditore”? Che voli pindarici fa Zucconi fra i comportamente sessuali e affettivi della coppia Clinton e l'operato di Hillary Clinton in occasione della vicenda WikiLeaks! Che ricostruzione superba della psicologia profonda di una donna di potere!

Mi sarebbe piaciuto, invece, leggere un'analisi politica della faccenda, che mi permettesse di cogliere aspetti non scontati e di orientarmi meglio in questa grande confusione sulla libertà di informazione in tempo di comunicazione globale: è questa, sì, una questione che chiama in causa le nostra coscienze.

Nessun commento:

Posta un commento