I giornalisti se ne sono accorti? Perché non lavorano insieme per mettere a confronto le due situazioni?
Continuano a uscire su El País puntate della grande inchiesta sui giovani spagnoli. Mi preme mettere in evidenza una cosa curiosa: avevo affermato nel mio precedente post che i due quotidiani, El País e La Repubblica, sono quasi fratelli, pur con differenze. E, a conferma di questa mia considerazione, ecco due inchieste parallele sui giovani: quella de El País, di cui ho già parlato e forse tornerò a parlare, e quella, partita qualche giorno fa, sui giovani italiani che se ne sono andati dal nostro paese. Questa seconda inchiesta prende le mosse dal libro di Claudia Cucchiarato, che ho recensito in un mio post precedente. La Repubblica, come anche il quotidiano spagnolo, ha richiesto la collaborazione diretta di coloro che sono oggetto dell'inchiesta: perciò gli italiani emigrati sono invitati a raccontare la loro storia.
Ora mi chiedo: perché, visto che i due quotidiani sono fratelli, che l'Italia e la Spagna, alla fin dei conti, sono state nel male e per qualche aspetto pure nel bene, per lungo tempo, nazioni sorelle, perché qualche giornalista dell'uno e dell'altro paese non si incarica di mettere a confronto i dati delle due mega-inchieste? Potrebbe scaturire un ragionamento molto interessante. È proprio dal confronto con altre, infatti, che una singola situazione acquisisce nuovi significati, nuovi colori, e parla davvero: specie se ha per oggetto l'analisi di vicende umane, che, non essendo mai compiute e per loro natura assai imperfette, necessitano, per essere ben valutate, di punti di riferimento esterni. E poi, se davvero si vuole fare questa benedetta Europa, non ci si può rinchiudere in analisi che riguardano i singoli paesi. Quale migliore occasione di queste due inchieste, per condurre un discorso di più ampio respiro?
Non ho voglia di tentare io, questo confronto: faccio una fatica enorme, non sono economista e neppure sociologa... E ho cominciato a frequentare, alla mia bella età, le lezioni della facoltà di Estudios árabes e islámicos nell'Università di Cádiz, e perciò ho sempre meno tempo. Beh, spero che il mio auspicio si realizzi e che non debba assumermi io, per una sorta di patologico imperativo categorico che non so da dove mi arrivi e a che serva, visto che il blog di una sconosciuta ha pochi lettori, il compito di tentare una comparazione fra questi due ordini di dati.Di seguito puoi trovare i link degli articoli che sono usciti su El País dopo la pubblicazione del mio precedente postmio precedente post.
28 settembre 2010 – Titolo: "Di fronte a sfruttamento e abusi, abbiamo deciso di fondare un sindacato".
1 ottobre – Titolo: Mi hanno licenziato... e ora che faccio?
2 ottobre – Titolo: "La cosa più triste è che non ti vogliano neppure per permetterti di fare pratica gratuitamente".
3 ottobre- Titolo: L'emigrante perfetto è spagnolo.
A questi articoli, che costituiscono l'asse dell'inchiesta, si aggiungono migliaia di contributi, sia racconti estesi della propria esperienza e situazione, sia commenti agli articoli. Ricordo a tal proposito il sito collegato all'inchiesta. In apertura, a destra, compare l'équipe dei giornalisti artefici dell'inchiesta de El País: sono ragazzi fra 25 e 34 anni.
Per leggere i materiali dell'inchiesta de La Repubblica, e il bell'articolo di Claudia Cucchiarato, clicca qui.
(3- continua)
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