"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

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Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

martedì 6 aprile 2010

ARABISTI E ARABESCHI 1 – SPERANZA DI PERCORSO

Riprenderò nei prossimi giorni in questo mio blog un tema – quello della poesia araba e arabo-andalusa del Medioevo, su cui tanto tempo fa scrissi articoli disordinati in un blog della Round Robin editrice, che poi fu chiuso.

Per ora due parole sugli intenti, gli scopi e soprattutto il titolo di questa sezione del mio blog.
È immenso il patrimonio poetico arabo e arabo-andaluso, ed è poco conosciuto in Italia e in Spagna perché scarsamente tradotto: sono rarissimi i testi di antichi poeti accessibili al lettore che non conosca l'arabo. Non so che cosa ci sia in Francia, in Inghilterra, in Germania e in altri paesi europei: probabilmente una maggiore offerta. Non esplorerò questi mondi, fatta eccezione per un curioso studioso tedesco dell''800, che citerò molte volte in prossimi articoli.

I ragionamenti che cercherò di condurre su quest'antica lirica (arabeschi) si accompagneranno all'esplorazione di traduzioni e ricerche edite nelle mie due “patrie” sorelle (quindi mi interesserò per quel che posso anche di arabisti): si svilupperà così, di pari passo, una piccola bibliografia ragionata, legata alla mia esperienza non esaustiva, anzi sicuramente molto lacunosa, di persona curiosa, non certo di vera studiosa.
Le case editrici italiane che si occupano o si occupavano di letteratura araba – quelle che conosco io – sono Jouvence editoriale, che conta sulla prestigiosa collaborazione dell'arabista Isabella Camera d'Afflitto: pubblica, con qualche eccezione, testi narrativi e poetici di scrittori contemporanesi; Sinnos editrice, che pubblica, fra l'altro, libri per ragazzi scritti da immigrati, fiabe e racconti dal mondo; il Sirente ha una collana di narrativa araba contemporanea, Altriarabi; Ippocampo edizioni, giovane e bella, che però, con qualche eccezione, rivolge la sua attenzione a un Oriente più orientale; Aquilegia edizioni, che pubblica, tra l'altro, libri contemporanei di area musulmana, non araba, e qualche bel libro sapienziale. È importante Il Leone Verde edizioni, che non pubblica (ancora?) poesia, però per la prima volta propone al pubblico italiano, con la collana Gioielli, libri del primo sufismo, che tanta parte ebbe nella poesia araba medievale.
C'erano una volta Edizioni Accademia ed Edizioni Accademia/Sansoni, che pubblicarono in passato alcuni libri abbastanza divulgativi e traduzioni di importanti arabisti: Virginia Vacca e Francesco Gabrieli. La prima si è ora convertita in una casa editrice per la scuola di base; la seconda non esiste più neppure come nome. La simpatica interessantissima casa editrice Apogeo, nella collana Urra, ha ripubblicato la preziosa traduzione di un trattato d'amore medievale; dello stesso trattato ci sono altre due traduzioni presso altre case editrici http://www.unilibro.it/find_buy/ffresult.asp. Inoltre, Apogeo ha pubblicato anche un libro in versi di uno dei maggiori mistici musulmani, Ibn Arabi.
Sellerio ha pubblicato nel 2004 un'antologia dell'antica lirica araba a cura di G. Scarcia,  Poesia dell'Islam.

Ci sono poi altri editori, come Giunti, che hanno pubblicato narrativa araba contemporanea, o Einaudi, che ha pubblicato il libro noto a tutti, Le mille e una notte, o Mondadori che parecchi anni ha ha pubblicato un racconto importante, sebbene considerato apocrifo dai sapienti musulmani, del viaggio al cielo di Maometto... E sicuramente altre opere sparse qua e là. I libri di poesia araba medievale in traduzione italiana, per quanto ne so, si contano oggi sulle dita di una sola mano.

Le case editrici spagnole che si occupano di letteratura e cultura araba antica sono più numerose: Siruela, che pubblica alcuni testi medievali di notevole interesse, sebbene non si tratti di poesia; Alfar, con pubblicazioni su vari aspetti e di varie letterature del Maghreb; c'è qualche titolo in Alianza editorial e in 451 Editores, poi in edizioni di varie Università, soprattutto saggi, più che testi di poeti di lingua araba; ci sono pubblicazioni molto belle, ma sporadiche, per i tipi del Legado Andalusí... Anche in Spagna, sono poche le traduzioni di poesia araba antica.
Le novità più interessanti e necessarie, per quel che capisco, sono costituite dall'uscita abbastanza recente di qualche libro bilingue, molto curato. Si distingue in questo la bellissima casa editrice di Madrid, editorial Hiperión, con alcune pubblicazioni di livello eccelso, e poi anche Aitana editorial, cha ha pubblicato una prima ampia raccolta di testi poetici di antichi autori arabi della zona di Valencia en edizione bilingue. Ci sono poi una miriade di piccole case editrici, come la Sufí editorial, che hanno qualche testo interessante, e i cui libri si trovano nelle grandi librerie on-line, ma di cui è spesso difficile rintracciare i siti in internet.

Ho conosciuto in questi anni quattro ragazzi che hanno studiato Lingua e letteratura araba all'università, tre spagnoli laureati in Filología arabe e un italiano che a suo tempo è venuto a Granada per fare l'erasmus. Nessuno di loro vive di questa lingua e di questi studi, fanno tutti altre cose. E mi chiedo perché, visto che l' asse del loro percorso universitario è una lingua difficile, che richiede molti sforzi per essere appresa, che i rapporti con i paesi arabi e con il Maghreb sono certo assai intensi, e che c'è un immenso patrimonio di poesia, pensiero, scienza antica, in cui gli europei, e anche altri popoli del mondo, ma soprattutto gli europei, potrebbero riconoscere una parte cospicua dei fondamenti della propria civiltà

Mi chiedo quanto possa influire la mancanza di traduzioni, di testi, di iniziative editoriali in questi abbandoni. Non sono certamente in grado di dare una risposta. Riporterò nei miei prossimi scritti, anche su questo mistero, opinioni di chi ne sa molto più di me.

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