"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

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Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

venerdì 16 luglio 2010

COSE DI SPAGNA E D'ITALIA – Immigrazione e relative leggi in tempo di crisi – 3 (seconda parte)

4- Sanzioni per l'immigrazione irregolare: per l'immigrato e chi copre l'immigrazione irregolare

In Spagna, con la Nueva Ley de Extranjería, si persegue chi promuove e utilizza la immigrazione irregolare, ma non si considera fuori legge chi pratica l'accoglienza umanitaria; si istituiscono inoltre strumenti per il controllo degli arrivi e delle partenze in e dalla Spagna. Però la Nueva Ley stabilisce che non sono punibili coloro che operano per accoglienza umanitaria. Ciò impedisce che rischi severe sanzioni anche penali il pescatore che salvi immigranti in mare o persone che diano ricovero a persone disperate, come invece avviene in Italia.
L'immigrazione clandestina è infrazione, non reato. C'è peraltro nella nuova legge un potenziamento delle garanzie per l'immigrato nei procedimenti di espulsione.Viene anche introdotto un principio di proporzionalità per le sanzioni dell'immigrato, ma anche e soprattutto di chi ha favorito l'immigrazione clandestina. Le sanzioni sono classificate in lievi (con una multa massima di 500 euro), gravi (fino a 10000 euro), molto gravi (fino a 100000 (euro). Tra le molto gravi, il favoreggiamento di immigrazione irregolare a scopo di lucro.
In Italia, come ho accennato sopra, l'immigrazione clandestina, con l'approvazione del decreto legge sulla sicurezza del luglio 2009, è diventata reato: per saperne di più, clicca qui . All'immigrato, la prima volta in cui è sorpreso in condizione di irregolarità, è comminata una multa compresa fra 5000 e 10000 euro; la seconda volta la condanna al carcere.
Per chi dà lavoro all'immigrato clandestino o gli affitta una stanza sono previsti fino a tre anni di carcere.


5- Permesso di residenza a chi denuncia sfruttamento sessuale/riduzione in schiavitù

Spagna e Italia –
Chi denuncia sfruttamento sessuale dovrebbe avere permesso di residenza, protezione per sé e per i familiari. Di fatto, stando a quanto dichiarano diverse associazioni dei due paesi, sono pochissime le denunce per questo grave delitto, per due ragioni: - trascuratezza o addirittura mancanza di regolamenti attuativi per l'applicazione della tutela; - difficoltà per le donne e in genere per le persone coinvolte, a denunciare, sia per mancanza di informazione, sia per esitazioni e paure, sia perché la trascuratezza istituzionale le lascia talvolta davvero esposte a vendette. In Spagna il tempo concesso per la denuncia, dal momento in cui la ragazza viene scoperta come immigrata non regolare, è di 30 giorni, troppo poco, secondo molte associazioni, per consentire alle persone sfruttate di maturare una decisione difficile e rischiosa (vedi a tal proposito, un mio articolo sullle Jornadas sobre la Prostitución tenuto a Cadice qualche tempo fa (se vuoi ritornare a questo post, clicca qui.

6- Arraigo (autorizzazione allo stanziamento)
In Spagna l'arraigo apre la speranza a molti immigrati irregolari, che, dopo un certo periodo di permanenza nel territorio spagnolo, possono trasformarsi in regolari e iniziare, se lo vogliono, il percorso verso il permesso di residenza permanente e poi verso la cittadinanza. Ci sono tre tipi di arraigo: familiare, lavorativo e sociale.  Quello più utilizzato è l'arraigo social: lo straniero deve dimostrare di trovarsi in Spagna da almeno 3 anni (può esibire a tale scopo vari documenti, dal passaporto con il visto d'ingresso, a ricette mediche ecc.; anche l'ordine di espulsione di tre anni prima a cui non ha obbedito può essere documento valido per l'arraigo!); inoltre il comune dove ha il domicilio deve rilasciare una dichiarazione sul suo inserimento sociale, sulla sua capacità di comunicare in spagnolo; infine deve avere subito un contratto di lavoro. Si temeva che con la Nueva Ley de Estranjería il tempo per l'arraigo social sarebbe stato portato a cinque anni; per pressioni dell'associazionismo che si occupa di diritti umani e di diritti di migranti, è restato a 3 anni. Conta molto, per l'immigrato che voglia ricorrere a questo strumento, l'incontro con associazioni che lo sostengano e gli offrano difesa legale. Sono numerose queste associazioni in Spagna; a Conil, mi pueblo, ce ne sono diverse: le più importanti, la Asociación Pro Derechos Humanos de Andalucía, Mujeres del Mundo; Caritas; e poi altre risorse, espressione anche del Comune.
In Italia non c'è nulla di simile: al massimo, occasionali sanatorie per immigrati irregolari necessari a soddisfare esigenze di italiani (per esempio, la sanatoria per colf e badanti). L'immigrato irregolare, se non è parzialmente riscattato da una di queste sanatorie, può lavorare moltissimo in Italia, può avere un comportamento esemplare ecc., ma è condannato a restare per sempre fuori, anzi contro le norme del paese ospitante.
7- Permessi a vittime di violenza di genere
In Spagna - Spesso in Italia si confonde la violenza di genere con la violenza sessuale. I due tipi di violenza possono anche sovrapporsi, ma sono in genere distinti. Violenza di genere è quella che esercita una persona nei confronti di un'altra, con cui ha avuto un rapporto, e il più delle volte non si tratta di violenza sessuale, ma di botte, minacce, ricatti, fino all'omicidio. In Spagna esiste il reato specifico di violenza di genere, con protezione della vittima e ordine di allontanamento dell'aggressore; in Italia tale reato specifico non è previsto. Le violenze che si commettono all'interno della coppia o della famiglia vengono assimilate ad altri reati, magari con aggravanti, ma non sono oggetto di un'attenzione specifica.
Le vittime di violenza di genere che denunciano il loro persecutore hanno in Spagna il permesso di residenza e lavoro.
In Italia, naturalmente, non c'è nulla di questo.

8- Riunificazione familiare
In Spagna è riconosciuto il diritto del residente regolare ad avere una vita familiare. Si possono raggruppare figli, coniuge, e anche il convivente. Le condizioni sono quelle di disporre una casa e di esibire la busta paga degli ultimi tre mesi. Gli ascendenti possono essere raggruppati se hanno almeno 65 anni oppure per ragioni di salute. La Nueva Ley de Extranjería introduce una possibilità esclusa dalla precedente legislazione: i figli raggruppati hanno facoltà di cercarsi un lavoro a partire dall'età di 16 anni.
In Italia i criteri per il raggruppamento sono in parte simili a quelli vigenti in Spagna, ma con alcune restrizioni. Non è previsto il raggruppamento per il convivente non sposato. Gli ascendenti di 65 e più anni possono raggrupparsi solo se nel paese d'origine nessun altro figlio può occuparsi di loro. Si richiede, come in Spagna, che il raggruppante disponga di un alloggio adeguato. Si pone in modo più rigido la quantità minima di salario necessaria per poter chiedere il raggruppamento. Se vuoi informazioni più complete, clicca su questo sito clicca su questo sito. 






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