"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

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Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

sabato 22 gennaio 2011

COSE DI SPAGNA E D'ITALIA - CHE C'ENTRA FRANCA VIOLA?

Claudio Fava, che adoro, fa male a tirar fuori Franca Viola, a proposito delle vicende più o meno notturne berlusconiane. Alimenta, penso senza volerlo, questo clima assurdo di “Dio, Patria ( anche con Bossi che fa le pernacchie) e Famiglia”, che, come una ragnatela maledetta, avvolge i piedi – e le menti - anche dei migliori e gli impedisce di andare, liberi e lucidi.

Franca Viola fu grande e grande fu il padre che la sostenne nel suo rifiuto. È vero che il gesto di Franca Viola cambiò il paese, e che loro erano poveri e, diremmo in Spagna con una parola molto intensa, desamparados.
Ma Franca Viola e suo padre non agirono in nome dell'idea di famiglia che c'era allora, agirono contro quest'idea.
C'erano allora le mamme che accompagnavano le ragazzine a Salsomaggiore al concorso di Miss Italia, ed erano assai più tolleranti e permissive e incoraggianti a proposito di comportamenti sessuali per quei tempi non ortodossi di quanto lo sarebbero state se la figlia fosse uscita con il suo ragazzo. C'erano delitti d'onore, ammazzamenti atroci di ragazze e donne, benedetti dalla legge e pure da molti preti. C'era l'idea mercantile della verginità: devi investire bene questo patrimonio nel matrimonio; se poi lui poi è ricco e potente, magari vecchio, beh, si può vedere pure se rinunciare al matrimonio.
Anni prima, il principe ereditario Savoia, quando andava a una festa nelle allora colonie italiane, sceglieva la signora che più gli piaceva e mandava il suo luogotenente a chiederla per una notte al marito, in genere ufficiale. Il marito si dichiarava onorato e dopo due giorni riceveva la promozione e le altre signore non scelte invidiavano quella che era passata per l letto del principe. Però guai se una ragazza perdeva la verginità con un uomo qualunque.
La contraccezione si fece strada con grande fatica, con il vaticano che ovviamente faceva il suo mestiere di sempre; e le donne abortivano con i ferri da calza. Ne conobbi molte non nel profondo sud, ma a Bergamo, che avevano abortito così, sole, mentre il marito che se ne andava per bar, i figli bambini aspettavano soli che la mamma tornasse a casa.

E il vaticano ha avuto la faccia tosta nel tempo e ce l'ha ancora, di opporsi con unghie e denti alla legalizzazione dell'aborto, a una legge ottima, che ha dimezzato gli aborti, che tutelerebbe pure la libera decisione della donna... se non ci fosse un'obiezione estesa, opportunistica, vergognosa.

La famiglia era in massima parte questo. Franca Viola e i suoi genitori erano persone che, se fossi credente, direi toccate da Dio perché avessero uno sguardo ampio, puro e forte, contro il comune pensare e sentire.
Certo, non rinnego i legami tra genitori e figli, fra compagni di vita, fra fratelli: ma se non sono rifondati ogni giorno con la ragione, Se restano legami di sangue e di tribù, sono un inferno orrendo.

Allora, di che stiamo parlando, antiche amiche e compagne della mia generazione? Della buona famiglia tradizionale, fondata sul legame di sangue e di clan e di onore sessuale ipocrita? Di quella famiglia che mettemmo in discussione all'inizio degli anni settanta? Il movimento femminista allora aveva tante anime, c'erano al suo interno scontri, come si diceva allora, “scazzi”: ma aveva in buona parte una vocazione altruista, non vittoriana in materia morale, innovatrice. Allora avremmo reagito alla cacciata di donne e bambini che stazionavano sotto i ponti, saremmo state curiose di conoscere straniere, di difenderne i diritti. Magari avremmo detto alla musulmana credente e integralista: “Liberati!”, forzando un poco brutalmente storie diverse dalla nostra. Ma volevamo davvero cambiare il mondo e un poco l'abbiamo fatto. Allora, non dopo...

Io, Claudio Fava l'adoro, lo ripeto. Ma che c'entra Franca Viola con quel che sta succedendo ad Arcore e, che in forme meno virulente, abbiamo visto altre volte nel nostro disgraziato paese?

Inoltre...
Ricordiamoci di Craxi: il dileggio, le monetine, ecc.. Poi l'abbiamo pagata, abbiamo pagato anche mani pulite, l'antipolitica, il ridere ridere ridere cattivo. Allora non sapevamo che ridere in questo modo avrebbe fatto male a noi e al nostro paese, ma ora dovremmo saperlo. Da più di quindici anni ridiamo del vecchio di Arcore, e quello si mantiene in sella. Dovremmo riflettere su questo e sulle nostre risate.

In Spagna i socialisti rubarono, furono puniti duramente dall'elettorato e dai giudici: ma meno furiosa, meno plebea, meno pittoresca fu la reazione popolare. Certo, un'altra storia, la Spagna emersa da quarant'anni di franchismo era più giovane e aperta e lo è tuttora. E ora, con tutto ciò che sta succedendo, il governo socialista continua a sostenere una morale laica. Il capo dell'opposizione, Rajoy, ha dichiarato che se vincerà le elezioni, “rivedrà” il matrimonio omosessuale e la legge dell'aborto assistito, anche questa ottima, come lo è la 194 italiana. Se i socialisti sopravviveranno al governo nonostante il ciclone di questa crisi, le incertezze nel gestirla e soprattutto gli attacchi continui da parte di un'Europa di destra, ciò avverrà anche perché hanno sostenuto una morale laica che è oggi condivisa dalla maggioranza degli spagnoli. È stato possibile questo cambio, qui, perché una parte della classe politica, pur con tutti i suoi difetti, ha avuto coraggio, ha creduto nell'intelligenza del suo elettorato. Mi raccontano le amiche non giovanissime, di una Spagna non lontanissima nel tempo in cui la vita privata di molti era proprio come l'opera teatrale di García Lorca, La casa di Bernarda Alba: potete cercare e guardare il bellissimo film che ne è stato tratto.

Ora il vecchio di Arcore è in crisi con la classe politica, forse meno con l'elettorato. Il Corriere della Sera - sappiamo quali posizioni ambigue ha sempre tenuto -, ha però pubblicato oggi un'articolo un articolo importante, che dovrebbe farci riflettere. E se Berlusconi vincesse ancora? Che faremmo? Ci sfogheremmo con nuovi e sempre uguali, amare invettive, contro i nostri connazionali che non capiscono niente, che lo votano perché vorrebbero essere al suo posto?

Certo, bisogna dire al vecchio di Arcore: vergognati di aver fatto ministri persone incompetenti e pure dure di mente e di cuore perché sono passate per il tuo squallido letto o ti hanno adulato e compiaciuto nelle scelte più vergognose. Bisognerebbe dirgli: non permetterti di corrompere, assoldare e schiavizzare ragazzine. Neppure se sono incapaci di intendere quel che stanno facendo, neppure se hanno cattivi padri, meno che mai se sono straniere... Non permettertelo perché quelle ragazzine sono sotto la protezione delle nostre leggi, sotto la nostra protezione, come fossero nostre figlie. Bisognerebbe dirgli: non permetterti di andare contro magistrati valorosi, la nostra costituzione li tutela e noi che difendiamo la democrazia difendiamo pure loro. Ecc. ecc.. Bisognerebbe dire a lui e a tutti: potete avere le fantasia sessuali che volete, non riteniamo giusto esplorarle e discuterle. Ma la coscienza civile e democratica e il rispetto dei diritti umani devono vincerla sempre sulle fantasie più o meno perverse. Non devi fare del male al tuo prossimo, questo è il discrimine, e devi governare con responsabilità e dedizione, se sei stato scelto per questo.
Però, mentre gli si dice così, non si possono trattare, nelle prime pagine dei giornali, quelle stupide ragazzine come “bagasce”, persone da buttare nella spazzatura guardonesca.

Se ci fossero le elezioni domani e Bersani come candidato premier, farei fatica a votarlo, anche se in mancanza d'altro lo voterei. Perché farebbe fatica a votarlo una come me, che ha tra amici e compagni anche spagnoli, e pure fra figli e amici dei figli, la fama di essere una moderata?

Farei fatica perché non ne posso più del suo atteggiamento ammiccante verso uno razzista, volgare, reazionario come Bossi: fa finta persino di non vedere gli sgarbi plebei che riceve da lui. Voglio che Berlusconi se ne vada, ma non voglio Bossi al suo posto. Bossi non è Badoglio: quest'ultimo, che ne aveva combinate di tutte, rappresentò un passaggio ambiguo, anzi sporco, fra il fascismo e la democrazia. Però allora c'erano partiti vivi, anche se clandestini, e c'era una guerra spaventosa. Oggi non è così, quelli che vanno a pascolare i maiali nei luoghi dove dovrebbero sorgere le moschee non rappresentano nessuna moralità, nessuna alternativa.
Farei fatica a votare Bersani perché non ne posso più dei suoi cedimenti al Vaticano, che chiama di tanto in tanto in causa come punto di riferimento morale. Una volta ancora si rischia di cacciare indietro i tantissimi italiani che vorrebbero una politica più laica e libera. E chi non ha la forza intellettuale di proporre una visione laica, tollerante, aperta, della vita e dei rapporti, nutre in fondo disprezzo nei confronti del nostro popolo: siamo bigotti e ipocriti, e perciò con il Vaticano bisogna continuamente trattare, ai livelli più bassi. Poi certo, si difende la 194, ma non se ne parla troppo, e troppo esplicitamente.
Farei fatica a votare Bersani perché molti del Pd hanno assunto la posizione che sappiamo di fronte a Marchionne.
Farei fatica a votare Bersani perché non parla mai di scuola, conoscenza, formazione in modo forte, con proposte vive e utili e incisive, con la consapevolezza che è questo il centro del futuro; però dice che gli operai useranno i forconi.
Farei fatica a votare Bersani perché parla poco d'Europa e guarda poco oltre i confini nazionali.
Farei fatica a votare Bersani perché, forse senza neppure volerlo, rappresenta pure lui quel gruppo di sessantenni e oltre – persone della mia età – che si tengono stretto un potere che appare come estenuato nei contenuti e nelle proposte. Io non sono tra quelli che pensano che il potere sia sempre corrotto. L'umanità non riesce ancora ad autogovernarsi direttamente, per autoregolazione. Perciò le scelte di una classe dirigente hanno senso.

Però, se non ci fossero alternative, lo voterei. Ma io sono vecchia e conservatrice. Quanti di generazioni più giovani della mia protesterebbero con l'astensione? Milioni, penso. E questa volta, pur andando a votare, capirei chi si astiene.  

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